Creati dalla volontà del M° Mino Bordignon di innovare armonizzazioni e repertori del canto corale popolare italiano sulla base dell’esperienza acquisita con il Coro Incas di Fiorano al Serio, si formano a Borgosesia riunendo gruppi amatoriali disponibili a sperimentare nuove direzioni di studio tra il 1960 ed il 1963, attraverso un lungo lavoro di perfezionamento vocale e musicale affrontato con mentalità ed impegno professionali sotto la sua guida ininterrotta per un arco di mezzo secolo, fino al 2009, anno della sua morte.
Nati come coro per voci virili a cappella, affrontano gradualmente il mondo polifonico internazionale dal Laudario di Cortona a Monteverdi, Di Lasso, Bach., Beethoven, Scarlatti, fino a Strawinskj esplorando modalità interpretative di epoche e culture musicali diverse e sperimentando tutte le possibilità espressive della voce umana con esiti ampiamente riconosciuti dalla critica e dal pubblico e con il sostegno determinante e fraterno di Francesco Ilorini Mo, titolare delle Lanerie Agnona. Vincitori dei V° Rencontres Internationales di Montreaux nel 1968, tengono concerti al Circolo della Stampa di Milano, al Piccolo Teatro di Milano, al Palazzo dei Congressi di Stresa, a Palazzo Madama e al Teatro Regio di Torino, incidendo per la Ariston il disco “L’arte corale dei Cantores Mundi”, più volte ristampato, ed esibendosi per la Televisione Svizzera. Nascono nuovi stimoli e, dal 1981, il coro apre al mondo femminile, debuttando con la nuova formazione mista nel 1983 con le Six Chansons di P. Hindemith, per dedicarsi poi alle grandi composizioni polifoniche come la Missa Papae Marcelli di P.L.da Palestrina, i Responsori del Sabato Santo di G. da Venosa, il Requiem di F.Cavalli, i Mottetti di J.S.Bach, il Requiem di L.Cherubini, lo Stabat Mater di G.Rossini, i Liebeslieder di Brahms, fino a brani di Schoemberg , Petrassi e Dallapiccola.
La rigorosa professionalità e la qualità del repertorio e delle esecuzioni aprono ai Cantores Mundi le porte della Rai e della Televisione Italiana e di prestigiose sale da concerto come la Sala Grande del Conservatorio G.Verdi ed il Piccolo Teatro di Milano in occasione dell’incontro tra i capi di stato della CEE. Avviano collaborazioni con le stagioni dei Pomeriggi Musicali di Milano e con Settembre Musica per l’Unione Musicale di Torino e partecipano ai Rencontres Internationales de Chant Choral di Tolosa in rappresentanza dell’Italia su invito del Ministero della Cultura francese, presenziando anche ad importanti convegni internazionali di medicina a Pisa e a Sant’Antonio di Ranverso.
Intorno al 1990 i Cantores si rivolgono al patrimonio sinfonico-corale in collaborazione con orchestre e solisti e debuttano con il Requiem di W.A.Mozart con l’orchestra di Ivrea. E’ il passo decisivo verso una maturazione completa dei Cantores ormai pronti ad affrontare ogni tipo di impegni a livello professionale . Nel 1999 registrano il cd “Musiche per l’anno 2000” con l’orchestra della Compagnia d’Opera Italiana di Torino interpretando il “Requiem” di Cherubini e la “Lauda per la Natività del Signore” di O.Respighi.
Dal 2004 iniziano anche a coordinare l’attività con l’associazione “Un Coro per Milano” eseguendo i Lieders di Brahms in occasione della riapertura del Teatro alla Scala di Milano, e proponendo poi la “Missa in Tempore Belli” di Haydn, lo “Stabat Mater” di Schubert il “Der Messiah” nella versione trascritta da Mozart del “Messia” di Haendel, ottenendo lusinghieri giudizi dalla critica musicale al Teatro Dal Verme di Milano , quando, insieme al complesso del “Coro per Milano” partecipano alla prima mondiale dello “Scylock” di Aldo Finzi, trasposizione in musica del “Mercante di Venezia” di W. Shakespeare, con l’orchestra di Radio Mosca. Nel luglio 2008, a Gorizia, nel contesto del “1° Trofeo delle Nazioni per cori” il M°. Bordignon riceve il IV° premio internazionale “Una vita per la direzione corale” a coronamento di una lunga serie di premi e riconoscimenti.
Il 12 maggio 2009 Mino Bordignon viene a mancare ma la sua ininterrotta opera con i Cantores Mundi prosegue sotto la direzione del maestro Franco Caccia suo collaboratore da diversi anni fino al 2014, quando, esaurita questa esperienza, i Cantores affidano il loro futuro nelle mani del M° Mara Colombo, cresciuta con il coro fin dalle origini delle sezioni femminili. Il suo ritorno, dopo l’esperienza pluriennale con l'ensemble vocale “Triacamusicale” e la creazione del Festival Internazionale di Musica Antica “Gaudete!” assicura la continuità di un progetto musicale che dura da oltre mezzo secolo e che ha coinvolto nella sua evoluzione generazioni di coristi di ogni estrazione sociale e culturale solo sulla base dell’adesione spontanea e alla volontà di crescere insieme.
Innovazione: è una parola che non vale solo in ambito industriale ed economico ma anche in quello musicale ed artistico che da oltre cinquant’anni vede i Cantores Mundi operare, fedeli a quell’imperativo che fu tra i motivi profondi del loro stesso nascere.
L’esigenza di innovare, garanzia di esistenza, di vitalità, e di continuità, si è manifestata ancora una volta fra i Cantores che, in questo ultimo scorcio d’anno, hanno elaborato un progetto nuovo per il
Ricerca: sarà uno degli strumenti più utilizzati per rinnovare repertori, prassi esecutive e vocalità al fine di favorire la crescita dei singoli coristi e del complesso sul piano tecnico-vocale e su quello culturale, attingendo al mondo della musica antica come alle novità della musica contemporanea.
A Mara Colombo è stata affidata con unanime consenso la responsabilità di raccogliere il patrimonio di oltre due generazioni di cantori e di scelte tecniche ed artistiche e di garantire la continuità di un’istituzione che ha inciso profondamente sulla crescita di centinaia di coristi mossi solo dalla volontà di sperimentare questa particolare modalità di espressione artistica e di integrazione sociale, strettamente connesse e complementari.
Inizia quindi con il 2015 una nuova stagione, aperta al contributo soprattutto del mondo giovanile, sensibile agli stimoli di questa proposta: un terreno fertile di idee e capacità, enormemente cresciuto sul piano musicale negli ultimi anni e che nel volgere di poche settimane di lavoro ha già innervato
di sé il complesso, arricchitosi anche per la collaborazione preziosa di cantori esperti che hanno risposto prontamente al richiamo della novità e dei legami di amicizia che durano da decenni. E’ un’occasione irripetibile quella che si sta offrendo a quanti, musicisti e non, vorranno scegliere un’esperienza insieme artistica e di vita.
Mara Colombo, nota in Valsesia per aver creato e diretto l’associazione “Triaca Musicale” ed aver ideato il Festival Internazionale di Musica Antica “Gaudete”, specializzata ed appassionata ricercatrice di testi originali e relative prassi esecutive dal gregoriano alla musica medioevale, rinascimentale e barocca, ha proposto come primo approccio ai Cantores un’opera contemporanea utile anche per un lavoro parallelo sulla vocalità e sulla fusione del gruppo.
Si tratta del “Vivice Spiritus Vitae Vis” di Guido Morini, un oratorio per soli, coro, organo e basso continuo, che sarà presentato in prima esecuzione assoluta nel nostro territorio il 24 maggio 2015, in apertura del “Gaudete”. La data, giorno di Pentecoste, che celebra la discesa dello Spirito Santo, è stata scelta per la coerenza con il tema centrale dell’opera.
L‘oratorio infatti, primo capitolo del “Servabo”, una trilogia dedicata alle figure della Trinità, descrive la presenza, il soffio vitale, l’azione della Spirito nella vita del singolo e in quella della comunità.
I testi, tratti dall’Antico Testamento per la loro universalità e forza poetica, sono in stretto rapporto con la musica che utilizza differenti tecniche compositive del periodo fra XVI° e XVIII° secolo con un risultato assolutamente “contemporaneo”. Sarà replicato più volte, nel corso dell’estate, in altri contesti sacri. Questo impegno, potrà entrare anche in rapporto con un progetto regionale, attualmente in fase di definizione, legato alle architetture barocche di B.A. Vittone sparse su tutto il territorio piemontese. Sarà un concerto dedicato al rapporto fra musica ed architettura che, nel settecento, caratterizzò fortemente le opere dello stesso Vittone, profondo studioso del tema. Un’occasione unica per sperimentare integrazioni fra linguaggi artistici diversi anche con l’uso di mezzi multimediali utili a favorire l’approfondimento delle tematiche e la loro divulgazione.